Maratona - 1929

R.: Nicola Fausto Neroni- S.sc.: Nicola Fausto Neroni e Giorgio C.Simonelli da una novella degli stessi- F.: Carlo Montuori- Scg.: G.Riccobaldi- Int.: Elio Steiner ( Fausto Renzi), Dolly Grey ( Silvia Delotti), Carlo Gualandri ( Giorgio Roberti), Gino Soldarelli ( Federico Delotti), Adele Farulli ( madre di Fausto), Gino Viotti ( il presidente dell'Aurora), Gabriella del Frà ( Bettina), Gildo Bocci ( Giovannone, il massaggiatore), Giacomo Moschini, Giuseppe Pierrozzi, Gemma dè Ferrari, Luigi Locchi, Lorenzo Soderini, Lucia Haracan e gli atleti Coletta, Pagliani, Natale e Mancinelli- P.: Suprema-film- Di.: E.N.A.C.- V.c.: 25077 del 31.7.1929- P.v.romana: 21.3.1930- Lg.o.: mt. 2422.

TRAMA DEL FILM
Giorgio Roberti (Carlo Gualandri) vince ancora una volta una maratona di mezzofondo, mentre il suo amico Fausto( Elio Steiner) arriva secondo. Fausto, avvilito, medita di abbandonare l'attività agonistica e anche sua madre lo spingealla rinuncia. Ma Delotti, un organizzatore di gare, vuole fondare un grande circolo e riunire tutti i campioni.

Sua figlia, Silvia( Dolly Grey), che ammira Fausto Renzi, lo incita a non abbandonare lo sport e questo interessamento irrita Giorgio, che è innamorato della ragazza. Dopo una salutare scazzottata tra Fausto e Giorgio durante una festa in cui Giorgio s'è comportato scorrettamente con Silvia, Bettina, sorella di Fausto, cade per le scale e si infortunia.

Occorre molto denaro per poterla curare. Fausto non vorrebbe preperarsi per la prossima maratona internazionale, ma Silvia lo sprona, potrà vincere le cinquantamilalire in palio e far guarire la sorella. Fausto si impegna fino allo spasimo e, malgrado le scorretezze dell'avversario di sempre, vince.
("Bianco e Nero", di Vittorio Martnelli. Il cinema muto italiano, 1923-1931. Roma, Luglio-Dicembre, 1981, n° 51, fascicoli 4/6. Edizioni, Nuova Eri.)

CRITICA
Maratona. Come indica il titolo è uno di quei films che, per la loro intrinseca natura possono dirsi di propaganda. Ma a giudicare dalla passione di cui la gioventù oggi è tutta presa dallo sport, la visione, di marca italiana, non mira a far opera educativa o istruttoria: è ispirata e tratta da una novella di Giorgio Simonelli e F.Neroni, tende piuttosto ad esaltare lo spirito dell'atleta moderno.

Una visione pare sia stata consigliata dal proposito di tentare un genere d'arte di cui l'America, potendo fare assegnamento su vaste e complesse organizzazioni, ci ha fornito saggi diversi e cospicui.
L'impresa era dunque tra le più ardite. Tuttavia, sebbene con qualche scarsa impressione visiva di cui non poteva trarre beneficio l'immagine, la vicenda, pel contrasto di note sentimentali e di sottile umorismo rivela il nobile proposito con cui fu ideato e realizzato il film.

A posto gli altri attori. Vivace, brillante, festoso il commento musicale del Maestro Fiorda.
Il pubblico ha accolto assai favorevolmente il film e noi riteniamo che se vi fosse stata nella rosa degli attori qualche nome di maggiore chiamata commerciale, oltre che artistica, indubbiamente il successo sarebbe stato più lusinghiero.

Fausto Neroni ha dimostrato in maniera assai evidente di saper fare molto bene anche con mezzi limitatissimi: alcune sovraimpressioni, alcuni atteggiamenti fisionomici, la interpretazione quasi sempre felice dei signori interpreti, dimostra ad usura che il nostro giovane direttore di scena conosce perfettamente la sua arte.
("La rivista cinematografica". Torino, 15 Aprile, 1930. Anno XI, n°7. La critica è stata trovata nella rubrica:"Cronaca spettacoli" ed in particolare dal Cinema Teatro Eliseo di Roma.)

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