|
Myriam - 1929 R.: Enrico Guazzoni- S.sc.: Enrico Guazzoni- F.: Arturo Climati, Carlo Montuori- Int.: Isa Pola( Myriam), Carlo Gualandri( Mario Palmi), Aristide Garbini( Ibrahim), Isa Buzzanca( Ulema)- P.: Guazzoni per la Suprema-film, Venezia- Di.: Suprema-film, Venezia- V.c.: 24676 del 31.3.1929- P.v.romana: 5.11.1929- Lg.o.: mt. 2396. TRAMA DEL FILM La sua bellezza suscita le brame del perfido Ibrahim (Aristide Garbini),
sinistro consigliere dello sceicco; ma fortunatamente, su di lei veglia
sempre il vecchio Alì capo della tribù e suo padre adottivo. Qualche giorno dopo Mario cade in un'imboscata dei ribelli arabi e
viene fatto prigioniero. Myriam chiede ed ottiene di esserne la custode
e, per umiliarlo, lo sottopone ai lavori più umili e faticosi.
Ibrahim, venuto a sapere che Myriam e Mario sono diventati amanti, decide, di nascosto, di "liberare" il prigioniero e di abbandonarlo nel deserto a sicura morte. Myriam, vedendo la prigione vuota, presa da tristi presentimenti, si
avventura con il suo cavallo nel deserto. Dopo una lunga e disperata
corsa, lo sconforto la vince e si trascina a piedi tenendo per la briglia
il cavallo quando, improvvisamente, la sorprende il ghibli.(vento caldo
e secco, spesso impetuoso, che soffia, provenendo dal deserto, sull'Africa
Settentrionale specialmente in Libia). Myriam, nel frattempo, scopre di aspettare un bambino da Mario il quale, a sua volta, è salvato da un'altra tribù di arabi nella quale ritrova il suo assistente Barili. I due, stanchi di essere prigionieri, decidono di scappare dalla tribù e fuggono nel deserto. Dopo giorni di fatiche, stenti e pericoli riescono ad arrivare nel paese di Myriam la quale li nasconde nella casa di un'amica fidata Ulema. Ma Ibrahim, al quale non sfugge il cambiamento prodotto nell'animo di Myriam, decide di spiarla e una sera la sorprende con i due evasi e con il bambino, nel frattempo nato, in casa di Ulema. Ibrahim , pieno di rabbia, fa incatenare i due evasi e sotto i loro
occhi tenta di usare violenza a Myriam, ma un colpo di pistola sparato
dall'esterno raggiunge il petto del miserabile e lo ferma. E' stato
Alì che, come padre adottivo, non ha mai smesso di vegliare su
Myriam. Ibrahim, in punto di morte, confessa di essere stato lui, per insana
passione, a causare la morte della moglie di Jamet. Lo sceicco vorrebbe
precipitarsi su di lui, ma Ibrahim, sfinito, muore. CRITICA Pubblico che ha battezzato il lavoro con il più incondizionato applauso, del resto pienamente meritato dall'essenza del laboro stesso, e dalla presentazione perfetta che di esso aveva fatto l'Impresa del "Cinema Reale". Guazzoni è riuscito completamente nel suo intento di direttore e di artista, sapendo fondere in una sintesi mirabile artisti giovani e sconosciuti alle folli anelanti di nuove visioni d'arte, e affermando clamorosamente, con quest'ultimo lavoro che se il genio italiano fosse appena aiutato da una savia ripartizione finanziaria, l'Italia potrebbe dire la sua parola, in fatto di cinematografia, a tutte le nazioni del mondo. Soggetto avvincente quanto mai, fotografia purissima, la più
pura tecnica di oggi. Paesaggio italiano, nella gloriosa nostra Tripolitania. "....Enrico Guazzoni riporta un altro successo per questa sua Myriam, che si ambienta nella nostra colonia dagli sfondi pittorici e suggestivi. La favola di Myriam, se non consente speciali rilievi in fatto di originalità,
ha il pregio di interessare con lo sviluppo di certe situazioni che
non possono lasciare indifferente lo spettatore. C'è, infatti, un sentimento umano che nasce e fiorisce, immacolato,
in tutte le terre e questo sentimento è l'amore. Ond'è
che, a cagion sua, molte barriere cadono, cedendo il passo a quelle
conquiste morali che costituiscono l'elemento essenziale di ogni civilizzazione. E' un uomo degno del suo amore, un uomo del quale sa persino essere
gelosa ed a lui si da perdutamente, perchè le ha rivelato, per
la prima volta nella vita, il mistero della passione. Tecnicamente, poi, Myriam nulla lascia a desiderare per i suggestivi
punti di vista ripresi dal valoroso Montuori. Costui ci è, senza
dubbio, apparso il fedele realizzatore dell'idea del suo forte direttore.
E se una prova occorresse per darci ragione di questa affermazione,
basterebbe solo ricordare la scena del ghibli. Myriam. Un ottimo film, dovuto a quell'insigne artefice italiano che è Enrico Guazzoni, il quale ancora una volta ha creato un lavoro di cui può ben andare superba la produzione nazionale. Bene a posto tutti gli interpreti. Successo clamoroso, tanto che il lavoro fu dovuto tenere in programma
un giorno in più di quelli fissati, per aderire alle richieste
generali del pubblico. |
carlogualandri.it - tutti i diritti riservati 2001 |