La tormenta (o Nella tormenta) - 1922

R.: Carmine Gallone- S.: dal romanzo di Sergio Homsky- Ad.sc.: Carmine Gallone- F.: Emilio Guattari- Int.: Soava Gallone( Magda), Totò Majorana ( Brander), Carlo Gualandri( Andrea), Cappel Dosset ( il giovane parroco), Giuseppe Pierozzi ( lo scaccino), Raimondo Van Riel, Mary-Cleo Tarlarini( la zia di Magda), Zoe Merckel (perpetua)- P.: Caesar-film, Roma- Di.: U.C.I.- V.c.: 17225 del 31.7.1922- P.v.romana: 18.4.1924- Lg.o.: mt. 1557.

TRAMA DEL FILM
Andrea (Carlo Gualandri), e Magda (Soava Gallone) vivono con il loro figlioletto in un paese di montagna. Andrea parte per la guerra e Magda rimane sola.
In una notte di tormenta, Brander(Totò Majorana), un individuo violento che da tempo aveva messo gli occhi su Magda, tenta di abusarne. Magda riesce a fuggire e si rifugia nella parrocchia. Il giovane curato le offre di rimanere nella canonica fino al ritorno di Andrea.

Ma dapprima la perpetua, poi alcuni paesani, aizzati da Brander, accusano la donna di aver corrotto il sacerdote e danno fuoco alla canonica. Solo quando la donna, che sta per essere linciata, mostra ai minacciosi compaesani i segni sul collo e sul petto della lotta che ha sostenuto per sfuggire a Brander, la folla si placa. Brander viene smascherato e scacciato e Magda può aspettare serenamente il ritorno di Andrea.
("Bianco e Nero", di Vittorio Martinelli. Il cinema muto italiano, 1921-1922. Roma, Gennaio-Giugno, 1981, n° 52, fascicoli 1/3. Edizioni, Nuova Eri.)

CRITICA
Nella Tormenta. Dramma non privo di originalità e di spunti efficaci, sui quali l'autore, Sergio Homsky, ha intessuto la trama per lo schermo. Appare evidente lo sforzo che l'autore compie per creare del nuovo e per presentare al pubblico scene interessanti e soprattutto tali da suscitare grande emozione. Non importa se per conseguire lo scopo egli debba servirsi di situazioni non perfettamente logiche e debba sorpassare spesso sulle palesi assurdità che si riscontrano nei suoi soggetti.

Che il parroco raccolga Magda e il piccino nella notte tempestosa in cui la disgraziata ha dovuto avventurarsi all'aperto per sfuggire a Brander, è cosa umanissima e spiegabilissima. Ma che il parroco continui a dare ospitalità alla donna per tempo indeterminato è cosa che, pur senza le insinuazioni e le velenosità di Brander, avrebbe finito per insospettire i buoni montanari.

Strana mentalità quella di questo parroco giovane, simpatico e più che mai curato oltre che di professione, nell'abbigliamento e nella persona, il quale crede di poter prendersi in casa una giovane donna senza suscitare alcuno scandalo nel piccolo paese. Questo, senza contare che l'atteggiamento, le premure, le affettosità che egli prodiga a Magda non sono precisamente quelle di un buon parroco soccorritore, bensì di...un innamorato felice.
Carmine Gallone ha, come al solito, con mano maestra condotta l'azione del dramma, che culmina nella appassionante rincorsa delle slitte, voluta dall'autore appunto per suscitare quel tale interesse del pubblico.

Soava Gallone nelle vicende tragiche di lotta, avvilimento ed esasperazione della povera Magda ha disimpegnato da autentica artista la sua parte. Spavaldo, cinico e cattivo Brander, Totò Maiorana. A posto il Pierazzi nella parte dello scaccino. Incerto, ma corretto parroco il Dosset; mediocre l'interpretazione di Andrea fatta da Carlo Gualandri.

Una precisa messa in scena, con esterni caratteristici, come quelli dei vari quadri riproducenti la Chiesa, la piazzetta del paese ecc... e una buona fotografia.
("La rivista cinematografica". Torino, 10 Gennaio, 1924. Anno V, n° 1. La critica è stata trovata nella rubrica: "Cronaca degli spettacoli" ed in particolare al Cinema Santa Lucia di Napoli.)

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